Alessandro Pontrelli
UN ANNO
ALLA FINESTRA
Edizioni Progetto Cultura
Alessandro Pontrelli
UN ANNO
ALLA FINESTRA
Edizioni Progetto Cultura
Prologo.........................................pag. 5
L’anno precedente (2017/18)......pag. 11
Luglio 2018..................................pag. 29
Agosto 2018.................................pag. 39
Settembre 2018...........................pag. 65
Ottobre 2018...............................pag. 76
Novembre 2018...........................pag. 87
Dicembre 2018............................pag. 104
Gennaio 2019..............................pag. 120
Febbraio 2019.............................pag. 132
Marzo 2019.................................pag. 159
Aprile 2019.................................pag. 181
Maggio 2019...............................pag. 204
Giugno 2019...............................pag. 227
Luglio 2019.................................pag. 253
Epilogo........................................pag. 290
Leonardo vive uno stravolgimento esistenziale che lo impatta nel profondo e scuote la sua realtà fino alle fondamenta, costringendolo ad abbandonare la sua zona di comfort per ricercare altrove coordinate e prospettive migliori. La narrazione in prima persona inizia voltandosi indietro, osservando le dinamiche pregresse e gli antefatti che fungono da incipit. Il racconto segue un iter cronologico che attraversa l'arco di un intero anno, definito come "alla finestra" in cui Leo, disorientato da dubbi e incertezze, si pone dapprima come un osservatore disinteressato degli eventi. Poi, col passare del tempo, si lascia lentamente coinvolgere da vicissitudini inaspettate e situazioni assurde, quindi intraprende un cammino tortuoso e solitario fatto di riflessioni, incontri, viaggi e relazioni che scorrono sullo sfondo del suo turbolento passato recente. La trama, animata da una costante alternanza tra inquietudine e ironia, introspezione e svago, attraversa la soglia dei quarant’anni accompagnata da nuovi legami e amicizie di lungo corso. Il linguaggio e le espressioni narrative passano da momenti descrittivi e rotondi a frangenti più ruvidi e affilati. Conversazioni dirette, scambi in chat, frammenti musicali e paesaggi suggestivi dipingono l’alba di una rinnovata stabilità che trova compimento nella maturazione di consapevolezze inedite. Attimi di una quotidianità imprevedibile e storie stravaganti di vita vissuta si susseguono nel racconto dell’anno in cui tutto poteva essere e in cui, effettivamente, ne accadono di ogni. L’arco evolutivo del protagonista tocca l’apice in occasione di un’esperienza estrema nella quale Leonardo…
"Il resto della nostra simpatica conversazione, tra doppi sensi e allusioni non particolarmente velate, finì per confermare questa sua intenzione dichiarata. Comportandosi in quel modo mi faceva pensare che al mio posto avrebbe potuto esserci chiunque altro, un qualsiasi individuo di sesso maschile, perché in fondo a lei interessava la materia prima. Dopo cena ci fermammo per fare due chiacchiere fuori dalla braceria. Forse si aspettava un post cena da qualche parte, probabilmente a casa sua. Certamente non a casa mia. Dovevo essere rapido e giocare d’anticipo... quella donna era una predatrice. “Aggredire l’aggressore!”, pensai. Un po’ come nello sport, quando devi affrontare un avversario dichiaratamente più forte di te." (Novembre 2018).
“Esistono azioni che nessuno vorrebbe mettere in atto ma che in determinate situazioni sono l’unica via di uscita. Esistono poi soluzioni mai cercate, oppure solo pensate e mai realizzate. Dimensioni parziali che si prestano solo a retropensieri, frutto di occasioni perdute e rimorsi dai quali non si torna più indietro. Il trolley rosso con le ruote removibili era un concentrato informe di queste robe qui, questioni irrisolte a cui io, in quel momento di sette mesi prima, non ero minimamente stato in grado di dare una risposta. Ma il tempo anche quella volta aveva giocato dalla mia parte. Il tempo, che fino a quel momento era passato lento al punto giusto, anche se delle volte sembrava non scorrere mai, aveva detto che le cose andavano bene così, che un equilibrio tra gli elementi c’era di nuovo. Solo quello era già tanto, molto più che un obiettivo di minima. E poi sempre lui, il tempo - che mi aveva messo con i gomiti appoggiati alla finestra, come un osservatore disinteressato degli eventi - aveva allargato quell’apertura fino a farla diventare prima un balcone e poi un terrazzo. Infine aveva emesso la sua sentenza, cioè che avevo fatto quello che andava fatto e meno male che l’avevo fatto, perché qualcuno doveva pur farlo." (Febbraio 2019).
"Tra un tornante e una risalita, il nostro tragitto esibiva paesaggi di colline e prati a perdita d’occhio che si univano alla linea dell’orizzonte con una sinuosità delicatissima. Era suggestionante anche solo fermarsi sul ciglio della strada per fare pipì nel silenzio di quelle lande dispersive e desolate, osservando quel panorama, respirando quell’aria fredda. Sulla superficie della carreggiata la segnaletica orizzontale recitava “Slow”, aggettivo che si inseriva alla perfezione tra le tortuosità dei pensieri del mio anno alla finestra, completandosi con: “like time waitinig for the unknown.” (Aprile 2019).
"La mia personale e umile esperienza mi aveva insegnato che ciascuno di noi segue un proprio percorso, che tra l’altro non è quasi mai una progressione lineare, tutt’altro. All’interno di quel viaggio individuale pieno di cambi di direzione, stop and go, esitazioni, salite e discese, occasioni mancate e opportunità colte, evoluzioni improvvise, ramificate e imponderabili, ci sono persone che ti accompagnano più o meno a lungo. Alcune sin dall’inizio, altre subentrano a metà strada, altre ancora arrivano giusto in tempo con i pop corn per godersi il gran finale. Alcune ci sono per brevi ma significativi momenti, altre restano per lunghe tratte, altre ancora si allontanano per poi ritornare inaspettatamente dopo lunghe parabole diversive, quando invece ti saresti aspettato di non incrociarle mai più. In ogni caso, nel bene o nel male, fatte salve poche eccezioni che si contano sulle dita di una mano, al massimo di una mano e mezzo ma certamente non di due mani, sono tutti di passaggio." (Giugno 2019).